La terapia cognitivo-comportamentale per il disturbo di panico si basa sul presupposto che, durante un attacco di panico, la persona tende ad interpretare alcuni stimoli esterni (es. code nel traffico, luoghi chiusi, luoghi aperti) o interni (es. tachicardia, sensazione di svenimento, confusione mentale) come pericolosi, come il segnale di un’imminente catastrofe; tali interpretazioni, spaventando la persona, scatenano l’ansia, con i relativi sintomi mentali e fisici.
Il trattamento cognitivo-comportamentale prevede un protocollo che implica visite con frequenza di una volta a settimana per circa 50-60 minuti per ognuna, è efficace sia in terapia individuale che di gruppo, caratterizzato da diverse procedure, le principali si riassumo nelle seguenti fasi di trattamento:
- formulazione di un contratto terapeutico
- ricostruire l’evento e la manifestazione iniziale e attuale del disturbo
- psicoeducazione al disturbo
- insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia
- individuazione delle interpretazioni erronee (es. pensieri catastrofici) che portano all’attacco di panico e messa in discussione di tali interpretazioni
- esposizione graduale alle sensazioni e agli stimoli temuti ed evitati
- prevenzione delle ricadute